parco del beigua

Il canyon della Val Gargassa con un giro ad anello

Il canyon della Val Gargassa con un giro ad anello capace di stupire per le sue caratteristiche peculiari. Un sentiero panoramico, dedicato agli aspetti geologici e geomorfologici, per escursionisti esperti, della durata di 4 ore per una lunghezza di 7 km con un dislivello di 180m. Siamo in Liguria, nel Parco naturale del Begua, poco lontano da Rossiglione, dove il torrente Gargassa forma una gola stretta tra curiose conformazioni di conglomerato.

Il canyon della Val Gargassa, sentieri sospesi e torrenti

La Val Gargassa si snoda tra sentieri sospesi, torrenti, canyon,dirupi, con una ricca vegetazione con boschi di rovere e pinete. Si possono ammirare paesaggi esposti su rocce, con sorgenti che sgorgano poco sopra il pelo d’acqua, per poi finire su prati dove sorge un villaggio abbandonato, Vereira (420m circa), il cui nome deriva da un’antica vetreria, dove le antiche attività pre-industriali testimoniano il passato sfruttamento di questi luoghi per la produzione, appunto, del vetro.

Dalle case di Vereira, risalendo per la valle per una decina di minuti in prossimità di una radura, si scorge una sorgente di acqua sulfurea che scaturisce dalla roccia a pochi metri dal torrente. Ritornando a valle del nucleo abitativo si riprende il sentiero, che porta lungo un crinale panoramico e alla fine di un castagneto ci si ritrova nuovamente all’inizio del percorso.

val gargassa

Conglomerati del Rio Gargassa

La Val Gargassa è una stupenda area, nelle vicinanze dell’abitato di Rossiglione, in provincia di Genova, il più esteso comune della Valle Stura, dove la presenza dei conglomerati Oligocenici della Formazione di Molare si traduce in uno spettacolare ambiente e panorami mozzafiato. In quest’area, all’interno del Parco del Beigua, tali rocce prendono il nome locale di Conglomerati del Rio Gargassa, ma in realtà fanno parte della Formazione di Molare.

Il piccolo torrentello, dalle acque cristalline, ha profondamente inciso queste rocce formando canyon, spettacolari forre e marmitte dei giganti. Le numerose discontinuità strutturali (faglie) hanno accentuato le evidenze dell’erosione, chiamata selettiva in quanto si esplica con modalità ed effetti differenti a seconda dei materiali rocciosi interessati.

Il così detto Muso del Gatto è un buon esempio di tale azione, ma sono anche presenti numerosissime guglie, crepaci e cavità che richiamano, su differente scala, ai famosissimi panorami dei parchi americani.

la val gargassa

Il “Sentiero Natura” della Val Gargassa

Il “Sentiero Natura” della Val Gargassa offre angoli di incontaminata bellezza, tra placidi laghetti, canyons e suggestive conformazioni rocciose. In questo angolo del Geoparco le tipiche rocce ofiolitiche, altrove più abbondanti, cedono il passo ai conglomerati, nei quali l’acqua ha scavato forme erosive di grande suggestione. A metà del percorso ad anello i segni dell’antica presenza dell’uomo: il borgo di Vereira, appunto.

sentiero natura

Punto di partenza

Da Rossiglione si percorre la strada provinciale SP per Tiglieto a circa 3 km, oltrepassata la Cappelletta di S. Bernardo, un bivio a sinistra conduce in soli 50 metri al campo sportivo in località Gargassino al fianco del quale vi è un ampio parcheggio e l’inizio del Sentiero Natura (44°33’39″N –  8°39’00″E).

Il Sentiero Natura si snoda ad anello attorno alla valle del Torrente Gargassa ed è marcato con il segnavia XX sino a Case Vereira. All’inizio brevi sali e scendi in un bosco caratterizzato da castagni, querce, noccioli e aceri montani corrono in prossimità del torrente.

Usciti dal bosco, il percorso segue per un tratto la sponda sinistra del Gargassa, tra spettacolari laghetti inseriti in un ambiente roccioso con scarsa vegetazione e pendii acclivi. In queste condizioni ambientali possono crescere e sopravvivere solo poche essenze come pini ed eriche. Le rocce che costituiscono il substrato su cui camminiamo sono le serpentiniti.

anello della val Gargassa

Tappa dopo tappa

1°stop  (338 /20′).
Passato il tratto tra le “roccette” aiutandosi con l’apposita catena, il percorso prosegue in piano sino ad una zona caratterizzata da rimboschimenti a pini neri dalla quale si scorgono i primi torrioni rocciosi bruno-nerastri, talvolta rossastri, e le ripide pareti del canyon inciso nei conglomerati. Dopo alcuni limpidi laghetti, accoglienti spiaggette ed erte pareti di roccia, si giunge al…

2° stop  (351 /40′)
per godere di un panorama suggestivo ed osservare meglio la formazione rocciosa in conglomerati. Ci accompagnano, lungo il cammino, pareti rocciose verticali in cui è facile distinguere i ciottoli e le stratificazioni tipiche di queste rocce. Le incisioni fluviali con pareti verticali (canyons) scavate nelle dure rocce conglomeratiche diventano sempre più suggestive, ma per godere delle vedute migliori del canyon bisogna proseguire sino al…

3° stop  (360 /1h)
In questa zona il torrente scorre ed incide le sue forme tra due ripide pareti molto vicine tra loro, rendendo ancora più suggestivo lo scorrere dell’acqua. Giunti al primo guado, posto sotto un torrione di roccia dall’aspetto particolare che da origine al toponimo “Muso del Gatto”, si passa sulla sponda destra idrografica del Rio Gargassa.

muso del gatto

L’attraversamento su grossi massi arrotondati può risultare difficoltoso se non praticato con calzature idonee ed è comunque sconsigliato dopo forti piogge. Dopo un tratto in salita dal quale si scorgono ad ovest scorci sui torrioni della “Rocca dra Crava” e “Rocca Giana“, si ridiscende per giungere nuovamente a guadare il rio Gargassa. Risaliti pochi metri dal guado si apre di fronte a noi un ampio prato con alberi da frutta inselvatichiti e alcuni edifici rurali sulla sinistra: siamo giunti all’antico borgo di

 Terza vetta cresta est Val Gargassa anticima e Rocca Giana

Case Vereira – 4° stop  (401 /1h30′) (44°32’33″N –  8°39’22″E)
Dalle case Vereira si può percorrere il sentiero che prosegue verso sud, senza segnavia specifico, ma ben tracciato, e proseguire nel bosco per circa 600 metri per giungere alla

Sorgente sulfurea – 5° stop   (401 /2h).
Una zona aperta dove tra rocce affioranti e bassi arbusti, scendendo verso il corso d’acqua si individua la sorgente con tipiche concrezioni attorno e un debole odore di zolfo.

Sulla via del ritorno

Il percorso del ritorno permette di ammirare scenografici panorami sui canyon sottostanti, riportandoci nuovamente al campo sportivo dopo aver percorso il crinale sinistro della Val Gargassa. Il sentiero è marcato con un segnavia tre bolli gialli disposti a triangolo e si imbocca a nord del prato di Case Vereira.

Un’erta salita conduce in breve in quota dove tra gli scorci lasciati liberi dal bosco si può osservare il “Balcone della Signora”, una frattura verticale originatasi in un bastione di roccia bruno-rossastra attraverso la quale si osserva l’azzurro del cielo. Un tratto di sentiero di pochi metri molto esposto conduce ad una sella

6° stop (510 /3h)
consentendo il godimento di scorci mozzafiato sui canyon e sugli spettacolari torrioni di roccia presenti nell’area, forme decisamente inconsuete nel panorama ligure. Scesi a valle verso Case Camilla, sempre seguendo il segnavia con i tre bolli giallini si osservano i contrasti tra i rilievi della Val Gargassa e le forme montano-collinari delle valli Stura. Superate Case Camilla si giunge al…

7° stop (410 /3h40′)
Un punto in cui si possono trovare molti degli alberi che costituiscono il bosco misto di latifoglie (rovere, roverella, acero, sorbo). Il sentiero scende, quindi, ripidamente per giungere in circa 10 minuti al campo sportivo da cui siamo partiti.

 

Come scriveva il filosofo Nietzsche “Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”.

Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che, quando posso, cammino lentamente. Quando le mie gambe sono stanche, allora, cammino con il cuore.

Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori, nel mare, in un lago, in collina. Le alte montagne, però, sono per me un sentimento fortissimo…

 

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In Liguria, alla scoperta del Lago della Tina

In Liguria, alla scoperta del Lago della Tina. La Liguria e i suoi tanti laghetti, sia a levante che a Ponente. Da quelli di Nervi a quelli in Valbrevenna, a Pegli, ai laghetti di Rocchetta Nervina nell’imperiese. Stavolta, andiamo a ponente alla scoperta del Lago della Tina, uno dei più amati in Liguria, nel parco del Beigua, tra Genova e la provincia di Savona.

Lago della Tina, un percorso rilassante

L’itinerario dalla località Agueta al Lago della Tina è un rilassante percorso che consente di visitare un angolo suggestivo del Parco del Beigua, l’alta Val Leone. Un percorso con scorci panoramici cascatelle, ruscelli, pinete e la caratteristica zona del lago. Un trekking sulle alture di Arenzano, immersi nella natura selvaggia della Val Lerone tra piccoli guadi, laghetti e ponti sospesi, permette di ammirare come l’uomo ha domato la natura circostante. Si può raggiungere con una facile passeggiata dalle alture del paese.

Il Parco del Beigua

Il comprensorio del Parco Naturale Regionale del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria, custodisce gelosamente la storia geologica della regione, raccontata attraverso affioramenti rocciosi, mineralizzazioni, giacimenti fossiliferi e spettacolari forme modellate senza sosta per effetto degli agenti esogeni. Per l’eccezionale patrimonio geologico presente, nel marzo 2005 il comprensorio del Beigua è entrato a far parte delle reti internazionali come Geoparco Europeo e Mondiale. Successivamente, nel novembre 2015, lo stesso territorio è stato riconosciuto come sito UNESCO ed inserito nella prestigiosa lista dei Geoparchi Globali (UNESCO Global Geoparks).

Lago della Tina: come arrivare

Usciti dall’autostrada al casello di Arenzano (A10 Genova – Ventimiglia), bisogna proseguire in direzione Savona. Dopo aver svoltato verso l’Ospedale della Colletta, si raggiunge in auto la località Terralba, da qui si percorre via Pecorara sino alla Località Agueta, dove si posteggia in un ampio slargo nei pressi di un Agriturismo Agueta du Sciria. Il sentiero inizia 50 metri dopo il ristorante: nei pressi di un pannello indicativo e di alcune segnalazioni, si imbocca a sinistra una strada sterrata.

Il percorso

Questa, dopo un primo tratto quasi pianeggiante, prende poi a innalzarsi con modesta pendenza, sino a raggiungere dopo circa 2 km, il Passo della Gua (348m). Dal passo è possibile raggiungere direttamente il lago della Tina, percorrendo il sentiero di sinistra con segnavia T per poco più di 30 minuti (quello a destra è più lungo). Si è circondati da un paesaggio molto suggestivo, tra mare e monti, in stile tipicamente ligure. 

All’ombra dei castagni

Lungo il percorso verso i laghetti, sulla sinistra, c’è la deviazione per l’Area del Castagno, che dà la possibilità di rifocillarsi all’ombra dei castagni. Venti minuti più avanti, continuando la discesa, c’è il Ponte Negrone. Tornando al percorso per il Lago della Tina (prestare la massima attenzione, come per tutti gli itinerari in Liguria), all’arrivo si scorgono tre laghetti: il più suggestivo per fare un tuffo è quello più alto.

La sensazione dell’andar per laghi, almeno per chi scrive, è quella che ci sia un “lago di luce” in fondo all’anima dove prima o poi tutti ritornano. Forse, la bellezza, la spensieratezza e la semplicità dipende da una passeggiata intorno al lago, ieri, oggi e domani, pur al tempo della Covid-19…

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