sentiero

In cammino sul sentiero balcone il Golfo Paradiso

In cammino sul sentiero balcone il Golfo Paradiso. La Liguria offre tanti itinerari escursionistici. Oltre al mare, questo sentiero permette, infatti, di ammirare borghi caratteristici, uliveti e paesaggi collinari. Una passeggiata tra natura, storia e vedute panoramiche sul golfo Paradiso.

Golfo Paradiso e la macchia mediterranea

In questo itinerario, a pochi passi dal mare, dove le scogliere incontrano i terrazzamenti dedicati alla ovicultura, si concentrano molte delle caratteristiche endemiche della costa ligure: il mare, la macchia mediterranea, i terrazzamenti, gli olivi, i castagni. Salendo le antiche e ripide ‘creuse’, alle spalle della spiaggia di Sori, si arriva a Sant’Apollinare per ammirare la bellezza del promontorio di Portofino.

promontorio Porfofino

Ma anche le antiche mulattiere, le chiese, i santuari, le cappelle. Un itinerario tra Sori e Recco alla riscoperta, quindi, delle antiche “creuse” , le mulattiere che si inerpicano tra macchie di flora mediterranea e fasce coltivate ad ulivi. Si perché in questa zona l’olivo ha una lunga ed importante storia, come testimoniato dalla località Mulinetti, presso Recco,  la cui toponomastica rinvia all’originaria presenza di due mulini idraulici ubicati nella valletta del rio Sonega che servivano ad azionare le macine e le presse dei frantoi.

Sentiero balcone Golfo Paradiso

Passando per Mulinetti

Con i suoi giardini che nascondono le ville agli sguardi indiscreti, il mare che lambisce le scogliere su cui queste appoggiano e la piccola spiaggetta cinta dalle colline verdi, Mulinetti può ben definirsi una oasi di pace dove immergersi nell’azzurro del mare e nel verde della pineta mentre si respira il profumo del mare abbronzandosi sul bagnasciuga. In inverno diventa una nicchia suggestiva dove scaldarsi ai raggi tiepidi del sole invernale col profumo dei pini marittimi, protetti dai venti dal nord in una piccola insenatura tranquilla. Chi non la conosce, beh, la custodisce gelosamente nel cuore, come chi scrive, anche se tentata di con-dividerla…

Mulinetti

Da Sori

Da Sori si segue l’Aurelia in direzione Recco individuando a sinistra via Dante Alighieri, bella via scalinata su cui sono evidenti i segnavia della Federazione Italiana Escursionismo (F.I.E.) per Sant’Apollinare. La via sale tra case e terrazzi ad olivo e lungo questa vanno trascurate le vie laterali arrivando nel piazzale di un gruppo di case. Si continua lungo il crinale tra olivi e terrazze per poi affrontare l’ultimo tratto nel bosco e arrivare…

Sori

a Sant’Apollinare, a cui giunge una strada asfaltata. La Chiesa di Sant’Apollinare, già nominata in un rogito del 1195, ha mantenuto la sua semplice ed austera struttura di pieve romanica, nonostante i corpi aggiunti posteriormente. Si sale a destra, lasciando la pista sterrata per Sant’Uberto e prendendo a destra l’ampia via che si dirige verso alcune case.

Panorama della Chiesa di Sant'Apollinare

Davvero seducente, in questo tratto, il panorama sul mare. Dopo poche decine di metri si è ad un importante bivio. Si lascia la pista a destra e si continua dritti.

La Torre saracena di Polanesi

L’ampia mulattiera, vero e proprio balcone naturale su questo tratto di costa, passa sopra la Torre saracena di Polanesi, punto nevralgico del sistema difensivo che, fin dall’Alto Medioevo, fronteggiava le minacce nemiche provenienti dal mare, avvistando le navi dei pirati barbareschi salpate dalle coste del Nord Africa, Algeria e Tunisia in particolare.

torre-saracena-polanesi

Si giunge così in località La Costa, grande versante terrazzato, dove si trascura una scalinata che scende a destra e si continua in quota arrivando ad una dorsale da cui appare buona parte della costa ligure verso il Promontorio di Portofino, con Recco in primo piano e poi  Camogli.

Camogli Golfo Paradiso

Si continua in costa, sempre accompagnati dai panorami sul mare sia verso il Promontorio di Portofino sia verso ….il tratto di costa di Polanesi. Dopo un paio di tornanti in discesa, si prosegue nel bosco, ora in leggera salita, fino ad arrivare…..al fresco impluvio principale, nei pressi del quale vi è un antico fontanile.

Per Ageno

Si continua sempre sulla traccia più importante ma, poco dopo, si è ad un bivio. Ora va trascurata la pista a destra, per Ageno, per continuare dritti e passare sul retro di alcune case. La pista, una bella mulattiera ampia e facile da seguire sale fino ad una aperta dorsale. Qui, si trascura il sentiero che sale a sinistra per continuare sulla via dritta incontrando, poco dopo, un’ampia traccia che taglia la mulattiera. Anche questa va trascurata, continuando dritti, in costa.

sentieri tra Sori e Recco cartografia

Fino alla chiesetta dell’Ascensione

Il percorso scorre ora quasi in piano fino a raggiungere la mulattiera per la chiesetta dell’Ascensione ad una quota di 300 metri che sovrasta l’abitato di Faveto. L’edificio, però, resta a destra, più in basso. Vale comunque la pena raggiungerlo, con una breve discesa di pochi minuti. Tornati ora al bivio di quota 300 metri… si sale dritti, nel bosco, (segnavia rossi FIE), seguendo un’antica mulattiera fiancheggiata da muretti in pietra.

L’alta Croce di Sant’Uberto

Quando si esce dal bosco appare la dorsale da raggiungere, su cui svetta l’alta Croce di Sant’Uberto. Raggiunto un crinale secondario si percorre un tratto più aperto e, senza possibilità di errore, si confluisce infine sul crinale principale, quello che scende dal Monte Castelletto e dalle Case Cornua. Il percorso è ora piacevole e pressoché pianeggiante: ignorato il bivio sulla sinistra per Capreno, poco dopo abbandoniamo il crinale per scendere sotto costa sul lato opposto, seguendo le indicazioni per Sori (segnavia cerchio rosso barrato).

santa-croce-monte-da-pieve-ligure_

Il sentiero perde leggermente quota con splendide viste sia in direzione della riviera, sia verso l’entroterra dove sono facilmente riconoscibili le più evidenti sagome dei monti Caucaso e Ramaceto. Si inizia a scendere con più decisione tra la vegetazione arbustiva, fino ad un punto in cui, un po’ a sorpresa, il sentiero – fino a quel punto panoramico – svolta a sinistra, transitando nei pressi di un casone, e continuando a scendere su una vecchia mulattiera nel bosco, accompagnata da muretti in pietra.

Sant'Uberto

Dopo un primo tratto asfaltato, inizia finalmente una evidente sterrata che seguiamo per un tratto, prima di abbandonarla a favore di un piccolo sentierino che si stacca sulla destra, e in direzione del quale proseguono le segnalazioni. Su una sottile traccia lastricata, ci si inerpica tra i ruderi di un antico muro in pietra, che il percorso costeggia per un buon tratto, prima di piegare verso sinistra e salire con alcuni stretti tornanti su un versante piuttosto ripido.

Il Redentore di Sant’Uberto

Oltrepassato il primo e più faticoso tratto, il percorso modera le proprie pendenze e avanza quasi in piano una volta raggiunto il crinale: di fronte a noi, ecco comparire il Redentore di Sant’Uberto, che spunta tra gli alberi a dominare il paesaggio. Raggiungiamo un tratto aperto, dove finalmente gli alberi diradano lasciando intravedere un bello scorcio del promontorio di Punta Chiappa e della riviera da Recco a Camogli e, in direzione opposta, da Sori fino al Monte Fasce. Il sentiero riprende a salire leggermente, avviandosi deciso verso la statua di fronte a noi, che raggiungiamo senza ulteriore fatica e della quale possiamo ammirare, una volta giunti ai suoi piedi, la grandiosa imponenza.

Redentore Sant'Uberto

Sori - Sant'Uberto - Case Còrnua

Verso la discesa, chiudendo l’anello

Ecco che si raggiunge la chiesetta di Sant’Uberto, posta su un aperto e panoramico spiazzo dominata da un grande pilone votivo. Ora si inizia a scendere sempre lungo il crinale principale, utilizzando un ampio sentiero segnalato. Questo perde quota lungo i boscosi fianchi di Poggio Montone ed infine confluisce su una stradella. 

sentieri e bosco Golfo Paradiso

Tra crose e scalette, si scende incrociando più volte l’asfalto e perdendo quota sempre più seguendo sempre il segnavia cerchio rosso barrato, attraverso via Faveto e salita Faveto. Raggiunto il bivio per Ageno, lo si imbocca tornando per un tratto a salire, quindi abbandoniamo l’asfalto per tenerci a sinistra su una viuzza a tratti sterrata che, con splendide viste sui sottostanti tetti di Recco e sul promontorio di Punta Chiappa, ci accompagna fino alla caratteristica Chiesa di Megli, situata in splendida posizione panoramica sulla riviera. 

Si svolta a sinistra e, in breve, si chiude l’anello tornando a Sant’Apollinare e da qui, con il viaggio dell’andata, a Sori.

Sentieri sopra a Sori

A volte si percorrono strade che il cuore non capisce
e la mente non sa spiegare.
Ma l’anima lo sa.

Esistono strade piccole, strette, riservate, nascoste. Quelle che notano in pochi. Quelle che non urlano per rendersi visibili. Sono fatte di passi semplici, muri scrostati, colori segreti e luminosi. E da qualche parte c’è sempre un’emozione che aspetta di essere raccontata.

 

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Il Castello della Pietra e il Sentiero dei Castellani

Il Castello della Pietra e il Sentiero dei Castellani. Sulla provinciale che s’incunea nella gola scavata dal torrente Vobbia, all’interno del Parco dell’Antola si può scorgere un capolavoro di architettura castellana ligure: il Castello della Pietra.

Il Castello della Pietra: ecco l’itinerario

Il millenario Castello della Pietra è un gioiello dell’entroterra genovese, non lontano dalla città, situato in una pittoresca e scenografica posizione elevata, mirabilmente incastonato tra due speroni di conglomerato roccioso che ne costituiscono i bastioni naturali. La struttura si nota dalla strada che costeggia il torrente Vobbia, risalendone il corso da Isola del Cantone.  Un buon punto di riferimento per fare il percorso ad anello Torre (Vobbia) – Sentiero dei Castellani – Castello della Pietra, – Strada Provinciale per Vobbia – Torre (Vobbia).

Castello della Pietra

Come arrivare al Castello della Pietra? Occorre uscire al casello di Isola del Cantone dell’autostrada A7 Genova – Serravalle. Seguire le indicazioni per Vobbia. Dopo qualche chilometro, a sinistra, troverete chiare le indicazioni del punto di partenza del sentiero e un piccolo posteggio. Si può percorrere il sentiero breve, che parte dalla provinciale tra Vobbia e Isola del Cantone e dura circa 20 minuti. Un altro modo per arrivare al castello è quello di raggiungere Vobbia, e in particolare la località Torre (attraverso una strada in salita che si apra alla vostra sinistra, poco prima dell’ingresso in paese) e, da lì, imboccare il Sentiero dei Castellani. In circa un’ora e trenta di cammino (massimo due), raggiungerete il Castello.

Il Sentiero dei Castellani

Il sentiero è piuttosto lungo (circa 1 ora e 30 di cammino e 4 km di lunghezza), ma non particolarmente difficoltoso e molto panoramico in alcuni tratti. Per chi proviene da Genova, il sentiero si raggiunge percorrendo l’autostrada A7 Genova-Milano, uscire a Busalla, poi imboccare la strada provinciale 9 per Crocefieschi. La provinciale che giunge a Vobbia segue uno spettacolare canyon; superato il ponte sul torrente Vallenzona, si raggiunge in breve località Torre. In treno, dalla stazione ferroviaria di Busalla, coincidenza con il servizio extraurbano per Vobbia.

Il Castello della Pietra e il Sentiero dei Castellani

 

Un tuffo nel Medioevo, a pochi minuti da Genova

E’ un antico percorso medievale all’interno del cosiddetto “Conglomerato di Vobbia” nel quale sono ricostruite, passo dopo passo, la storia e le tradizionali pratiche della gente della valle. Il sentiero si snoda, infatti, lungo il canyon del torrente Vobbia, fra i calcari del Monte Antola e il conglomerato oligocenico, fra le antiche testimonianze della produzione del carbone da legna e l’utilizzo del castagno. L’ascesa non è particolarmente lunga, ma è piuttosto ripida. Se fatta in autunno, l’occasione può anche essere buona per una copiosa raccolta di castagne nei boschi della zona (la raccolta funghi, invece, è regolamentata). Molto bello il tratto finale, su passerelle in legno e metallo letteralmente “appese” all’enorme torrione roccioso che fa da supporto all’ardito castello.

Si può, poi, discendere attraverso il sentiero che porta sulla provinciale e, percorrendo circa 2,5 km sulla strada asfaltata, tornare a località Torre, completando così l’anello. 

Castello della Pietra

I dieci punti del sentiero

Il sentiero prevede 10 punti che parlano delle tradizione e delle peculiarità del luogo:
1. Il Poggetto su cui con ogni probabilità sorgeva una torre di avvistamento al servizio del castello;
2. La forra – profonda gola con affioramenti di argilloscisti – e flora rupestre;
3. La civiltà della castagna: ruderi di un secchereccio;
4. La produzione del carbone di legna: “piazzola da carbone”;
5. Panorama sul canyon della Val Vobbia (da non perdere);
6. Calcari del monte Antola e conglomerati di Savignone;
7. Il bosco;
8. Belvedere sul castello;
9. La zona umida;
10. Area di sosta attrezzata. (utile per una sosta o per un picnic nel verde)

Perché della Pietra?

Il Castello della Pietra, gioiello del Parco dell’Antola, è un esempio davvero unico di architettura medievale in cui l’elemento naturale si fonde magistralmente all’opera dell’uomo e lo completa. Anche se le mura si trovano strette tra due grandi torrioni di puddinga, l’appellativo dell’architettura difensiva medioevale deriva dal nome della famiglia della Pietra, che ne fu proprietaria fino al 1518, anno in cui il maniero passò agli Adorno fino ad essere abbandonato a seguito del trattato di Campoformio (1797) che sanciva la fine dell’epoca feudale. L’imprendibile roccaforte rappresenta il più originale dei manieri che durante l’epoca dei feudi imperiali dominavano le valli risalenti verso il Monte Antola.

Castello della Pietra e vista

Lo sapevate che …?

Il castello, dal 1993, è visitabile negli ambienti interni grazie a interventi di recupero: cisterne, segrete, camini, scale, posti di guardia, camminamenti di ronda e l’ampia sala centrale che occasionalmente diventa protagonista di rappresentazioni teatrali, concerti, sagre e mostre. Nel 2014, si sono svolti lavori straordinari lungo il Sentiero dei Castellani e alla struttura con la temporanea chiusura del sito al pubblico. Questo castello nel parco dell’Antola si articola in due corpi impostati a quote differenti. Caratteristica è la cisterna scavata nella roccia ai piedi del torrione (sperone roccioso naturale) ovest, in cui erano convogliate le acque piovane dei tetti, anche per mezzo di canali di raccolta scavati nella roccia, ancora in parte visibili. La cisterna è accanto al salone centrale sotto il cui pavimento è presente una seconda cisterna.

E’ nuovamente visitabile dal…

Una bella notizia per gli amanti del trekking. A partire dal 15 maggio 2021 ha riaperto i battenti il Castello della Pietra di Vobbia, millenaria roccaforte che domina la valle, nel Parco Naturale Regionale dell’Antola. E’ nuovamente visitabile nelle giornate di sabato e domenica e nei festivi fino al 1 novembre 2021, ma vi si può accedere solo su prenotazione e con visite guidate alle ore 10:30 – 12 – 13:30 – 15 e 16:30 (con prenotazione obbligatoria entro le ore 12:30 del venerdì precedente la data prescelta). L’accesso è consentito previo pagamento anticipato dei biglietti d’ingresso e ad un massimo di 12 persone per turno di visita (qui il regolamento per accedere al Castello della Pietra). La prenotazione va effettuata contattando telefonicamente l’Ente Parco dell‘Antola al numero 010 944175 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12:30.

Tra leggenda e racconti

Nei giorni festivi dei mesi estivi, è possibile visitare il castello con una visita guidata molto interessante, anche per i bambini. La bravissima guida, infatti, vi accompagnerà lungo le stanze del castello, raccontandovi di come si svolgeva la vita all’interno, le battaglie che vi sono state e le leggende della zona, dal famoso ponte di Zan (o ponte del diavolo), a quella del pianoro dirimpetto da dove, nelle notti di luna piena, dal castello si possono vedere le streghe ballare!

Vi ricordate il castello incantato delle fiabe? Questo castello più che incantato, lo definirei “incastrato”,  dove storia e natura si incontrano…

Degli antichi castelli mi incuriosisce la vita che hanno visto passare e che in parte trattengono ancora.
Chissà quanti sogni sono rimasti sulle torri…

 

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Anello Camogli – San Fruttuoso- Portofino a piedi

Anello Camogli – San Fruttuoso – Portofino a piedi. Siamo nel Parco Naturale di Portofino la cui rete sentieristica, oltre ad essere molto varia, è anche ben segnalata. Stretto tra il mare e la montagna, il nostro sentiero si fa strada tra fasce di ulivi, boschetti e rocce a strapiombo sul mare.

Quanti sanno che anche a Camogli ci sono i laghetti? Laghetti e cascate che davvero in poco conoscono, fuori dai percorsi escursionistici, ricchi di specie inaspettate. Sicuri di conoscere tutte le fortificazioni della Batteria Chiappa, anche quelle fuori dalla vista e dai soliti itinerari? E quelle su cui si cammina sopra senza accorgersene? In questa escursione ad anello si può toccare con mano un po’ tutto questo…

parco regionale di portofino

Anello Camogli, una gita suggestiva

Che ne dite di un’altra suggestiva gita nella riviera ligure di Levante, adatta solo ai camminatori più esperti e allenati? Però, non mancano le varianti, decisamente meno impegnative e alla portata di tutti. 

Mi piace raggiungere Camogli in treno e, uscendo dalla stazione, teniamo la sinistra fino ad imboccare Via San Bartolomeo dove si trovano subito i cartelli a segnalarci la direzione per l’ingresso al Parco.

Camogli

Camogli, la “Città dei Mille Bianchi Velieri”. Camogli è la traduzione in italiano del nome della cittadina, dal genovese Camoggi  (pronuncia Camúggi). Il nome significa Case ammucchiate (Camoggi = Cà a mûggi,) cioè Case a mucchi); difatti, guardando la città da fuori, possiamo notare come sia caratterizzata da case le une addossate alle altre. Questo piccolo borgo marinaro affacciato sul Golfo Paradiso fa parte del parco naturale regionale di Portofino e sarà il punto di partenza della nostra camminata, di un diverso modo di viaggiare, a piedi.

All’ingresso del centro storico, un’enorme padella accoglie i turisti e ne attira l’attenzione. Viene utilizzata per friggere il pesce in occasione della grande festa che in maggio celebra il patrono dei pescatori, San Fortunato. Vale la pena addentrarsi nel budello e percorrere la passeggiata sul mare, per ammirare le case variopinte, rifornirsi di focaccia e salire fino alla Basilica di Santa Maria Assunta e al Castello della Dragonara, o anche Castel Dragone, la fortezza del centro di Camogli che si arrampica su delle rocce a picco sul mare.

castello della dragonara

Siete pronti?

Appena fuori dal centro, proseguendo verso levante e superando un parcheggio, inizia il sentiero che, nel primo tratto, costeggia il Rio Gentile. Ecco che si inizia a salire per una stradina che si snoda tra fasce di ulivi e case isolate; l’ultima scalinata ci porta nella frazione di San Rocco.

Dal piazzale della chiesa, si abbraccia con lo sguardo tutto il litorale del Golfo Paradiso. A destra della chiesa, una fontanella d’acqua ci viene in soccorso per il nostro viaggio “in salita” e…si riparte.

Golfo Paradiso

Per San Fruttuoso da San Rocco

Da San Rocco partono due sentieri per San Fruttuoso. Il primo tratto è riparato dagli alberi e non presenta particolari difficoltà mentre il secondo, che vi propongo, quello a ridosso sul mare, presenta maggiori difficoltà, ma è anche il più panoramico. Il percorso inizia con la strada che, partendo dal sagrato della chiesa di San Rocco, prosegue a sbalzo mare. Dopo qualche minuto, oltrepassata la scalinata che scende a Punta Chiappa, si attraversa località Mortola, un piccolo nucleo di case molto caratteristico.

San Rocco

Allontanandosi dall’abitato il sentiero si inoltra nel bosco e arriva, dopo circa 20 minuti, in località Fornelli, da cui, a sinistra, si può salire a località Pietre Strette. Proseguendo, invece, diritti, dopo un tratto in falso piano seguono alcuni saliscendi su scalini di roccia irregolari, ma facilmente percorribili che, uscendo dalla boscaglia, si affacciano su Punta Chiappa e Camogli. Dopo circa 40′ dalla partenza si arriva alla località Batterie, magnifico belvedere sul golfo, che ospita il Centro Batterie “Silvio Somazzi”, nato per valorizzare i resti dei manufatti bellici, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.

Punta Chiappa: curiosità

Arrivati a Batterie, incontriamo il primo di una serie di bunker usati dai tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale. Qui, si può fare una deviazione e scendere a Punta Chiappa imboccando un sentiero sulla sinistra che, ben presto, si trasforma in scalinata. La Punta è formata dal tipico conglomerato di Portofino e delimita il Golfo Paradiso. Prende il nome dalla singolare roccia di puddinga che si estende sul mare, chiamata appunto Punta Chiappa che in genovese vuol dire Punta piatta. La Batteria di Punta Chiappa è il complesso difensivo della 202ª Batteria costiera del Regio Esercito, costruito verso la fine degli anni trenta sul versante occidentale della penisola di Portofino concepita come sistema antinave a protezione del levante del golfo di Genova.

Punta Chiappa

Il primo agosto di ogni anno si celebra la Stella Maris, la Madonna protettrice dei navigatori, a cui è dedicato il mosaico sull’altare che si trova all’inizio della punta. La mattina, almeno pre Covid-19, ha luogo una processione via mare e via terra che termina con la benedizione delle imbarcazioni; la sera centinaia di lumini colorati vengono affidati alle onde, in ricordo delle vittime del mare.

festa stella maris

Il Passo del Bacio

Dopo essere risaliti sul sentiero principale, si prosegue sino a Passo del Bacio. Qui il paesaggio cambia: il sentiero attraversa punti molto esposti, rocce a strapiombo sul mare dove è possibile aggrapparsi a delle catene.

Arrivati a Passo del Bacio (il nome deriva da una leggenda secondo cui due giovani innamorati, per non separarsi come avrebbero voluto le famiglie, morirono lanciandosi insieme in questo punto, dopo un ultimo bacio) il percorso si fa un po’ più impegnativo per alcuni punti in cui bisogna passare direttamente sulla roccia a strapiombo sul mare. L’uso delle catene (a volte superfluo) facilita il passaggio, soprattutto in un breve tratto in cui la roccia presenta pochi punti di appoggio per il piede.

Passo del Bacio e sentiero dei tubi

A questo punto affrontiamo una salita molto ripida e faticosa con un primo tratto molto soleggiato per inoltrarci poi in mezzo al bosco che ci porta, in circa 40 minuti, in vetta da cui si può godere della vista mozzafiato su Cala dell’Oro e Punta Torretta (accessibile solo con visite guidate). Quindi, si svalica per iniziare la discesa verso San Fruttuoso e, in prossimità dell’Abbazia, il paesaggio sembra addomesticarsi nuovamente.

La discesa verso San Fruttuoso

L’ultima parte del percorso, tutto in discesa, si sviluppa in mezzo ad alberi secolari e termina, dopo 25 minuti, all’imbarcadero di San Fruttuoso di Camogli, proprio di fronte alla spettacolare Abbazia di san Fruttuoso di Camogli, ed ecco apparire le prime case tra la vegetazione. Passando sotto agli archi dietro alla spiaggia, si accede ad una zona più interna. Il paesaggio è stupendo, i suoi colori qualcosa di speciale.

L’Abbazia di San Fruttuoso

Questo monastero benedettino fu costruito intorno all’anno Mille. Il luogo ha un fascino immortale. Le scogliere a precipizio, tra la terra e i boschi impenetrabili del monte di Portofino e il mare azzurro della Liguria di Levante, sono tutti elementi che rendono l’Abbazia di San Fruttuoso unica.

Le origini risalgono addirittura all’VIII secolo dopo Cristo. Fu un vescovo spagnolo, in fuga dai mori, a scegliere il luogo per fondare una chiesa e intitolarla a San Fruttuoso, che pare gli avesse indicato questa preziosa baia in sogno.

abbazia-san-fruttuoso

L‘Abbazia di San Fruttuoso, non collegata alla rete stradale, ma raggiungibile solo a piedi o in battello, è proprietà del FAI grazie alla donazione della famiglia Doria. Nel 1984 l’Abbazia fu donata da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj al FAI, che l’ha ristrutturata e resa visitabile.

Potete consultare gli orari di visita sul sito del FAI. Ci sono proposte particolari per le visite di gruppo e scolastiche e un interessante calendario di eventi, tra cui la stagione concertistica.

Lo sapevate che?

Il fatto che ci sia una sorgente d’acqua dolce, ha reso il tutto più agevole. L’abbazia è stata usata anche come covo dei pirati e come borgo di pescatori.

Anello Camogli Portofino

Verso Portofino a piedi

Dopo la sosta all’Abbazia e il meritato riposo sulla spiaggia, è ora di ripartire, attraverso il bosco, ammirando nuovamente i colori, e le loro sfumature, della luce che precede il tramonto. Si riparte con una ripida salita; ogni tanto la vegetazione lascia intravedere bellissimi scorci panoramici. Dopo una serie di tornanti, arriviamo nella località Base 0, che nella Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come postazione militare. Da qui si potrebbe raggiungere Pietre Strette, dove passa il sentiero che attraversa il parco più internamente. Noi proseguiamo invece verso Portofino.

Portofino

Via via la strada diventa più pianeggiante e si addentra in un boschetto ombroso con la vegetazione tipica della macchia mediterranea. Arrivati a Case di Prato ammiriamo il mare di ulivi della collina di Portofino.

Si continua sino a Vessinaro, dove ignoriamo la deviazione per la splendida Cala degli Inglesi. Un sentiero sterrato e pianeggiante serpeggia per la collina, punteggiandola con la dolce luce dei lampioni. Il crepuscolo avanza e “cammina” con noi. A Capelletta si scende a San Sebastiano e poi a Palara dove, superato un cancello per allontanare gli animali selvatici, inizia una gradinata che ci porterà alla nostra meta. 

Arrivati a Portofino, passeggiamo immersi nel silenzio, tipico della stagione autunnale/primaverile, complice la pienezza delle sensazioni assorbite lungo il cammino, appagati da tanta bellezza.

Battelli: idee alternative

Servirsi dei battelli può essere un’ottima soluzione alternativa per abbreviare il percorso e renderlo adatto a tutta la famiglia. Un esempio: si potrebbe arrivare a san Fruttuoso in battello, camminare sino a Portofino e tornare indietro in treno. 

Le linee coprono la tratta Camogli – San Fruttuoso – Portofino. Alcuni siti utili in proposito sono: golfoparadiso.it e traghettiportofino.it.

battelli

Altri percorsi

Molti altri sentieri attraversano il parco i cui percorsi sono ben segnalati. Il sito portofino trek offre moltissimi spunti, descrizioni dettagliate e cartine.

 

Un altro giro, un altro assaggio della Liguria da scoprire.

Liguria. Il mare nei capelli, l’odore e i colori dell’estate nelle vene, e le bougainville negli occhi.

La Liguria è quel luogo dove il blu del mare si mescola con l’argento degli ulivi, e il tuo sguardo è pieno di stupore e gratitudine.

 

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