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Dentro un caldo abbraccio… puoi fare di tutto

Dentro un caldo abbraccio. Cosa può regalarti un caldo abbraccio? In una mattina di festa, la prima dell’ultimo mese dell’anno, mi è stata donata una mantella di pura lana realizzata a crochet, punto stella, dalla eclettica creatrice di energia Pina Mesisca. Il nome – uncinetto – deriva dal termine francese crochet, che significa ‘gancio’. Le origini della lavorazione all’uncinetto sono antichissime e difficili da tracciare, ma sono stati trovati esempi primitivi in ogni angolo del globo: in Estremo Oriente, in Africa, Europa, America del Nord e del Sud. Si ritrovano anche nella cultura egizia. L’uncinetto dalla forma più delicata ebbe origine in Italia nel XVI secolo; veniva usato soprattutto dalle suore per realizzare addobbi e vestimenti per la chiesa. Mi commuove, sempre, allora come oggi, l’arte tessile di chi danza con questo bastoncino munito a un’estremità di un uncino che serve per prendere e guidare il filo nelle lavorazioni, per intrecciare anelli di filo. Sono cresciuta osservando mia mamma, una paziente e talentuosa sarta, e oggi l’emozione è stata la stessa.

Dentro un caldo abbraccio puoi fare di tutto

Il cucito è la prosa dei lavori femminili; il ricamo la poesia.
I nostri nonni passavano le giornate a cucire. Oggi, invece, il lavoro di cucire è così raro. Si preferisce strappare. I vestiti, le relazioni, le persone.
[…]
Ho capito, mai come in questo faticoso anno, che il mondo non è comprensibile, ma è abbracciabile.
Possiamo farci abbracciare da noi stessi, da chi lo sente, possiamo accogliere un abbraccio di qualsiasi natura esso sia fatto.
Quello di Pina è speciale, oltre per la bellezza, arriva in un momento di grande freddo, dentro e fuori, di energia positiva a far da contraltare a quella negativa, come gesto del cuore, come tempo investito per me, lottando con il suo tempo.
Pina e il suo abbraccio per me. Chi è Pina?
È tante cose, ha tra le mani così tante potenzialità e capacità che ti ci perdi ad ascoltarla, staresti ore e ore ad ascoltarla, a raccontarci pezzi di vite, di passioni comuni: dalla forte e sconfinata spiritualità ad ogni forma di arte (abbigliamento, borse, creme vegan etc), dalla delicata filosofia di vita al realismo più concreto, diretta e cruda, ma così calda e tenera come un abbraccio, appunto.

Nell’abbraccio

Nell’abbraccio – ciò che è stato spigolo, linea interrotta, groviglio – diventa di nuovo, come per miracolo, cerchio perfetto.
Come questo “abbraccio” fatto con le mani di Pina e con una lana avvolgente intrisa di caldo e profumo.
Verbo abbracciare. Un verbo aperto. Privo di muri. Verbo che mostra luce. Verbo che disarma.
Esiste una parola gallese chiamata Cwtch, che è intraducibile in altre lingue.
Significa l’abbraccio in cui ci sentiamo protetti, il posto sicuro che ci dà la persona che ci vuole bene.
È un posto in cui niente ti turba, niente ti ferisce, niente può colpirti.
È un posto speciale, un posto unico, che puoi trovare solo tra quelle braccia.

In certi abbracci ci entri da adulta e ci esci da bambina

Sì, perché dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto. Sorridere e piangere. Rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro. Come fosse l’ultimo.

Oggi, beh, io mi sento così, in tutto e per tutto, una bambina al caldo e protetta da un abbraccio pelle-pelle. Quello fisico che cerco, da marzo, e quello che saprei riconoscere al buio. Lo stesso che, se chiudo gli occhi, se metto a tacere la mente e il cuore, riesco ancora a sentire addosso.
Sono negata per ago e filo. Non ho mai imparato a cucire ed ora non so come fare con i fili della mia vita.

Però, so attaccare bottone con le persone, rammendare ferite e ricucire rapporti. Vale come capacità sartoriale?
Un anno così difficile, ma che mi sta facendo scoprire Milena, il valore delle persone, quelle da tenere abbracciate, quelle da lasciarle andar via, ma tenendole agganciate sottopelle ogni giorno, e quelle dalle quali allontanarmi io, in punta di piedi, senza far rumore…
[…]
“Grandi eventi non sono preceduti da piccoli presagi. Quando accade un grande male, seguirà un grande bene”. 
Dal Gosho “Grande male e grande bene” (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, volume I, pag. 992)

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TWOW art, il progetto che porta l’arte in ufficio come ‘collante’ lavorativo

TWOW art: arte e lavoro può essere un connubio destinato ad avere un grande futuro. Il progetto innovativo TWOW art, che unisce entrambi i settori, verrà presentato e lanciato venerdì 3 dicembre alle ore 18 in via Lomellini 2, presso l’agenzia di Genova specializzata in digital marketing, che ne è autrice, con la prima mostra “Atlantide 2.0.2.1.”. 

 

TWOW art, il progetto che porta l’arte in ufficio come ‘collante’ lavorativo

Il nome TWOW ART trae ispirazione dall’idea di inserire l’arte in un contesto lavorativo. Nasce come uno spazio innovativo che promuove la creatività, la contaminazione e la libera espressione. Un punto di incontro tra gli artisti e l’ecosistema dell’Agenzia (team, collaboratori e clienti), dunque, dove fisico e digitale si fondono in un tutt’uno.

Come primo balzo in avanti l’agenzia TWOW ha scelto un’iniziativa molto simbolica: il progetto “Atlantide 2.0.2.1”, coordinato da Elena Arvigo, che si propone di rispondere alla domanda: “Dov’è il teatro oggi?” attraverso una serie di podcast e video realizzati da 30 artisti della scena contemporanea da tutta Italia.

Il progetto Atlantide 2.0.2.1

Il nome Atlantide rimanda all’ottavo continente (continente dal latino “continere”= tenere insieme) che raccoglie e unisce artisti che rivendicano la possibilità di ritrovarsi, finalmente, nell’azione creativa e in una comunità autentica, che sia in relazione con se stessa e con il pubblico, anche se virtuale, dopo tanti mesi di separazione.

«Due anni fa, quando abbiamo svelato la nuova sede di Via Lomellini al team – afferma Emanuela Genovesi, co-fondatrice di TWOW – ci siamo dati l’obiettivo di far vivere questi spazi non soltanto come ufficio, ma anche come cuore pulsante della cultura genovese». «I nostri spazi – ribadisce Genovesi – hanno enormi potenzialità, vogliamo sfruttarli per sostenere gli artisti dandogli visibilità presso la nostra rete e partecipando, a modo nostro, al rilancio della cultura».

Twow_mostra

TWOW art si propone quale promotore del lavoro di questa comunità artistica, mettendo a disposizione i suoi spazi fisici e digitali, per creare diversi percorsi di visita esperienziali.

La visita si può effettuare sia dal vivo, scrivendo a eventi@twow.it, sia online, visitando la pagina twow.it/twowart/atlantide-2-0-2-1 e fino al 30 gennaio 2022. E’, inoltre, possibile seguire l’attualità del progetto sui social dell’agenzia: Instagram: @twowdigital, Facebook: @twowdigital e LinkedIn: twow.

L’arte è l’incontro inatteso di forme e spazi e colori che prima si ignoravano.
L’arte ci consente di trovare noi stessi e di perdere noi stessi nello stesso momento.

L’arte non ha bisogno di alcuna risposta. E’ una domanda che vuole restare tale.

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